Via de’ Guicciardini 24

Un mix tra passato storico fiorentino e ricostruzione post bellica

Situata in un edificio storico sopravvissuto ai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, offre un’atmosfera unica dove tradizione e modernità si incontrano. Un punto di partenza ideale per scoprire la città e vivere la sua autentica bellezza.

1944 – la distruzione bellica interessò quasi tutti gli edifici di via dè Guicciardini. Fu risparmiato il palazzo Guicciardini e furono gravemente danneggiate le case di fronte a piazza Santa Felicita.

 

1952 – Iniziò la ricostruzione a seguito di un concorso bandito nel 1946. La via Guicciardini venne leggermente ampliata. L’unica variante fu l’apertura della via dè Barbadori che doveva essere come da progetto, un raddoppio di borgo San Jacopo, mai proseguito, fino al ponte Santa Trinita. A metà degli anni ’50 furono costruite dall’Architetto Giovanni Michelucci la casa d’angolo tra via Guicciardini e via dello Sprone per INA Assicurazioni e parte della casa Termini-Ventura.

 

2014 – Esattamente in questa casa, Termini-Ventura che prende il nome dai primi proprietari, mix tra passato storico fiorentino e ricostruzione post bellica, nasce la nostra guest house “Guicciardini 24”. L’ingresso è da via dè Guicciardini al numero civico 24, dal grande portone della facciata in stile razionalista italiano. Il nostro bed and brekfast si sviluppa all’interno della parte storica del palazzo; quella risalente al XIV secolo che si salvò dai bombardamenti della seconda guerra mondiale, e sicuramente fa parte di uno degli otto edifici fatti costruire dal noto personaggio fiorentino Francesco Guicciardini.

1962 Firenze
L’archietto Giovanni Michelucci illustra ad Amintore Fanfani la nuova chiesa di San Giovanni Battista sull’autostrada del sole.

A confermare che non tutto il palazzo crollò durante il bombardamento bellico è sicuramente il rivestimento in pietra della parete esterna, che si affaccia su via dè Ramaglianti tutt’ora nel tipico metodo fiorentino del “bugnato rustico”.

 

Ed all’interno, le travi in legno e i dipinti alle pareti. Un Giano bifronte che conserva da un lato la tradizione fiorentina costruita dai maesti carpentieri nel periodo medievale, e dall’altro un’insolita immagine architettonica post bellica costruita da uno dei maggiori architetti italiani del secolo scorso.

Giovanni Michelucci (Pistoia 2 gennaio 1891 – Firenze 31 dicembre 1990) è stato uno dei più grandi protagonisti della storia dell’architettura italiana del ‘900 segnando la città di Firenze con le sue varie esperienze, iniziate con la stazione ferroviaria di Santa Maria Novella nel 1932, (vedi foto) e con i progetti per la ricostruzione della città nel secondo dopoguerra.

 

Ha affermato la propria capacità culturale ed espressiva con il ciclo delle architetture religiose degli anni sessanta e settanta con una grande testimonianza quale l’opera di San Giovanni Battista, nota come la “Chiesa all’ Autostrada” per la sua particolare posizione. Michelucci ha avuto la fortuna di attraversare nella sua vita, quasi lunga un secolo, il Novecento, lasciando a Firenze simboli architettonici tutt’oggi meritevoli di studi ed attenzioni.